Poesie

Cumonembi e strati

torno dall'EUR sul grande raccordo
e vedo possente di fronte a me
un cumonembo cicciotto e gagliardo ...

parto.

sento fluire il vento settembrino
su prati che scorron veloci
a vetture viaggianti, frusciando ...

ascendo.

la nuvola è gigante, felice costeggio,
silente rallento, sono in cima.
azzurra vertigine: nel cielo galleggio ...

precipito.

a corpo morto di schiena: 
la luna, la testa, la gola, la pancia
espiro e cado: esco di scèna ...

trapasso.

ecco la tuscola, la fila c'è sempre.
dalla parte del mare, leggeri strati,
il sole pallido, è ancor più oltre ...

rientro.

torna l'orizzonte quotidiano 
dimentico il vertice divino
un posto vuoto ...

parcheggio.

Ahrimane, Lucifero e ancora Ahrimane mentre vado a lavoro

Sorriso raggiante e viso grazioso
parlava straniero in labbra perfette
grazia e bellezza plasmate sì nette
eran mesciate in gioco armonioso

sorge da membra, una brama lontana,
l'occhio assorto nell'alta lettura
scorge d'un tratto la dolce figura
ma frena intuendo, l'idea malsana

all'ahriman bloccato s'appressa vicino
il chiaro lucente antico compare...
sì tanta grazia, instilla a pensare,
non viene lì certo d'agire mancino

un karma pesante s'è qui formato
nella mia pelle, così gonfia e dura
affissa icona non d'anima pura:
coscienza intasata, sangue annacquato

il tempo passa, il corpo s'angustia
la giovan mia gota è rude cotenna
l'Adamo vuotato dell'antica strenna
ora è coperto da pelo di bestia

'l timor di cader, ormai frena l'ardir
la forza d'amar svanisce giù piano
lasso nei lacci del molle divano ...
non spiccai il volo e l'ala sparì.

Sì monco, brutto e tristo i' rimane
- non quel ch'evòca 'l pensier bacamente:
l'Adamo antico, il mé precedente -
via da Lucifer, presso Ahrimàne

Angelo calmo, che scruti 'l mio Io
guidami al fuoco purificatore
bruci la scorza e riaffiori splendore
quel sole che brilla simil'a Dio

guida in buie notti d'inverno
in grotte mute di generazione
compensi a l'antica rea violazione
caldo l'abbraccio del Cristo fraterno

Vampiri

Dopo attenta fatica spirtuale,
la picciol vacanza v'apre la porta,
vampiri seguaci d'un'ansia sorta...
vaga s'appaia una smania sessuale.

Col primaverile mio sguardo ingenuo,
assieme all'estate s'è illuminata
anche la pelle bianca e abbronzata,
corpi nudi io vedo in continuo.

Eteree realtà con fame mai sazia
ora succhiate da bocche dentate,
le forze ch'i' avea già preparate
in pochi e rari momenti di grazia.

Il novo conoscer di mondi ideali,
bellezza di mani piedi e capelli
si mescia meschino a cosce e piselli
figure d'angeli ma senza le ali.

Siffatto odor di concupiscenza,
cela un richiamo che striscia dal ventre,
sì ch'una forza mi tende nel mentre
e frena l'anelito a la conoscenza.

Solo il pensiero del Maestro romano:
vedermi braccato dai parassiti,
proprio nell'or in cui sorge la brama,

raccende più tinti, piani sbiaditi,
un'angelo al cuor, allunga la mano:
Io sono! Io sono! l'Io mio proclama.

Il Gabbiano

Vola il gabbiano
col vento contrario ...

percorre un anello,
e sembra dal basso,
in pio ritornello,
tornare al suo passo.

anche io, da questo parco, 
a braccia distese
cerco un mio varco 
tra tempeste e contese,

a ideali imprese
indugia il mio giorno
e fra immobili attese
sempre qua torno.

M'accorgo però 
che 'l girar in tondo
mancante non è 
d'un mero ritorno:

avvita quello, una linea spirale
a quella leggera quota stellare,

dove una corrente salda ed amica
senza più grave e severa fatica,

d'un tratto, il nostro bello conduce,
laddove il voler suo, a lui stesso traduce.

Avvento 2011 (Povero Diavolo)

Che brutto scoprire d'essere brutto!
senza volontà, caduta bellezza,
nel fango di questa presunta altezza,
afflitto ne appuro 'l pénoso frutto.

Come un bisonte che segue il suo branco
giunsi già presto davanti al burrone
con un destino subìto carpone
statura non ebbi a meritarne l'affranco.

E ora, oh Spirto, alché tu l'hai scorto,
travolto da quanti ti spingévano sotto,
della mia accidia pagasti lo scotto,
ti crédevo vivo, invece eri morto.

Il Cristo dice di essere desti
e in questa notte di falsi entusiasmi,
il Nunzio suo amato, mostra fantasmi,
scoprendo il velo dei mondi celesti.

Ma quand'il ver si palesa allo sguardo,
un poco s'assaggia quél cruccio interno
che prova l'anima giunta all'inferno,
appurante di sé, il fàtal ritardo.

Giunto è l'inverno, e 'l freddo sovrano,
svanita è già l'opra al primo malanno 
l'ugola orante si strozza nell'ora,

ché del demonio non vide l'inganno,
l'occhio si smorza, la guancia al divano,
ma 'l sonno senz'alma, Amore implora! 

Notte di Natale

Un dolore nel buio notturno
risveglia un'anima già sazia.

Nella stanza fredda,
mentre tutti dormono
mi ritrovo da solo.

il passeggio affannoso 
disorienta la mente
tra le luci dell'albero.

Deluso, senza forze
maledico la bestia
che m'accompagna ovunque.

Passa l'ora
 
e una nuova preghiera
nel ritrovato giaciglio
sussurra in silenzio:

perdona Padre ...

e rifletta nell'occhi
quello Spirito Nuovo
che in carne mia piantasti.

Lebbra

Di troppe omissioni il corpo sgocciola.
Un doppio silente prese quel posto:
calloso guscio al mondo preposto,
crea una forza che in me s'avvincola ...

e il sangue malato, nel corpo coagula
il distillato d'un Io già deposto:
"tu chi sei uòmo? io nòn ti conosco!"
maschera molle di pelle pendula.

In giorni e giorni silenti e frastorni
volontà ferma, ch'assedia indefessa,
dell'anima mia dippiù s'impossessa:
sicché sterile idea, tu mai t'incarni.

Stasera mi vedo e scorgo sconvolto
nel negativo d'un lampo notturno
prima dell'onda che ingoia nel sonno
'l baleno che schiara il fianco sepolto,

quello mio vero, quello che è sotto:
sbranato brandello: lebbra e disastro
- a volte Io vedo, la scia di quel mostro -
e grave terrore fiata tradotto:

Confondi la mente, astùto figliastro!
quello ch'è fuori, ritorni lo sfondo!
che'l cor ancora 'l vero non règge!

Incantati anima al finto secondo!
e la mia mente s'aggrappi al pilastro,
che dello specchio restin le schegge.

E' arrivata l'Estate!

volti abbronzati
capelli al vento
il sole che scalda
e l'aria è in tormento.

ragazzi dipinti
vestiti d'incanto
nel lungomare,
tutto in fermento.

In un volto felice
privo di pianto,
una altra vita
in me alimento.

...

ai bei capelli di Ilaria
ripenso sgomento
e allo specchio infranto
del nostro lamento

e l'infelice destino,
balenato di schianto
tinteggia di nero
il tardiv'incanto.

...

Sorgi, austro vento!
Brucia, tramonto!
in distese calme d'acqua e pace
dov'esser solo non spiace.

Natur'umana e la bella L.

Il Guardian di soglia mi ha fermato,
- ché pieno di vera voglia impetuosa
e mosso da la passione bramosa -
schiarì in baleno, l'occhio accecato.

Con spirto d'offerta, oh Ahrimàne
scandivi il guizzo di Enti-comete,
tra cui nera Diana in corpo d'ariete
movevi a fatica in pose 'sì strane.

Sclèro avanzato, realtà piatta
con mezza età e non chiara mèta,
dedito solo a produrre moneta:
al canto muto, la vita assuefatta.

Così delicato, ma già fatale
un dolce sorriso ottenne la breccia...
nel fondo dell'alma, gioia s'intreccia
e via alla cerca, de la trama astrale.

Abbracci ed appressi nell'ore diurne
mutavan di notte in sfreghi profani:
ventre e cosce ghermivano brani
di rossa rovente rigonfia carne.

Poi il racconto, strana confidenza:
l'estate, il treno, i nudi piedi...
la bocca che smania in quelle sedi...
l'abuso taciuto... la somiglianza.

Ahhhhhhh!

Fragile diva del mio godimento, 
coscente o meno, intuisti 'l sopruso.
Svergognato e nudo, scappai confuso
da te, icona del mio sorgimento.

Il mio pensare era tutto fasullo
passato sfocato incontro all'adesso
divisi noi da vent'anni d'abisso
sboccio di vita, opposto all'annullo.

...

La doccia ghiacciata 'l bollore freddò
ed ora che 'l sonno d'incanto è finito,
non nobil dono, ma natur'umana...

or che mi vedo sì brutto e sgradito
del maligno mai più, i motti dirò,
senz'anco l'abbaglio tuo, bella L.?

 

Poesie e dipinto di Pierfrancesco